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"Chi laur le..."


13 Marzo 2013
Rovetta, Val Seriana
Sabato mattina.

Sono circa le sei e mezzo.
Attraverso i sottili vetri della finestra, accompagnati dai lontani rintocchi monotoni delle campane, arrivano fino al nostro letto i primi raggi di luce di una fredda mattina primaverile e dalla strada che passa sotto la nostra stanza sento giungere i mormorii soffocati di un gruppo di vecchiette che di buon’ora si recano al mercato del paese.


Lo stretto dialetto bergamasco, recitato come una cantilena, si fonde in perfetta discordanza con l'odore umido - di viaggio, di notti out- there - di cui sono intrisi i nostri sacchi a pelo.
Ed io, confuso e mezzo addormentato, ho la sensazione che i ricordi della vita che abbiamo lasciato, dopo aver atteso per lunghi mesi il nostro ritorno, abbiano finalmente incontrato quelli della vita che abbiamo vissuto lontani da casa.

Con il risultato che, fra rimanere e partire, sembra che non esista più alcuna differenza.