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Mani a padella



22 Ottobre 2013

Il programma di oggi prevedeva arrampicata morbida la mattina e camminata fino a Glacier Point nel pomeriggio.
Decidiamo di svegliarci alle prime luci dell'alba, per avere tutta la giornata a disposizione.
Non abbiamo considerato però che il nostro campeggio è ai piedi di Half Dome, che con la sua vetta all'infuori proietta un cono d'ombra esattamente sopra la nostra piazzola. Sta di fatto che quando usciamo dai sacchi a pelo la maggior parte dei climber è in falesia già da un'ora.
Tempo di fare colazione, stivare il cibo e le chewingum nella cassetta antiorso e siamo pronti a partire.

Con la dovuta calma, alle ore 10,15, imbocchiamo il sentiero che mena alla falesia. Dalla parte sbagliata.
Alle 10.30, con il naso all'insù, guardiamo la roccia. Piatta, sporgente.
Una catena luccica sulla sommità di quella che dovrebbe essere una via, ma senza né spit ne appigli. C'è qualcosa che non va.
Eppure il libro delle vie che abbiamo acquistato e studiato il giorno prima parla chiaro: Bolted lines in Yosemite Valley. Ma bolted non vuol dire che ci sono gli spit nei quali rinviare la corda?
Perlustriamo la base della falesia ma l'unica via attrezzata alla nostra maniera è un 7C+ con il primo spit a 6 metri. Niente da fare, decidiamo di cambiare falesia.
Nel parcheggiare ai piedi dello spot avevo notato un furgone bianco, attrezzato alla grande, con fuori tre climber dall'aspetto duro che ammucchiavano montagne di materiale sul marciapiede.
Tornando verso il parcheggio penso che potrei chiedere a loro dove trovare delle vie più semplici.
Così mi avvicino e chiedo informazioni.
«Yo guys. Noi siamo italiani, abituati a scalare su vie attrezzate. Non sapete mica dove trovarne qui in giro?» Uno di loro, magro, con la pelle chiara bruciata dal sole, mi guarda come mi aspettavo che facesse. In cerca di segnali. Secondo me, per prima cosa, ha guardato le mie mani. Da computer.
Poi ha pensato alle sue, due padelle di ferro, e gentilmente mi ha chiesto su che grado arrampicassimo.
«5c, 6a. Qualche 6a+» rispondo io.
«Ah ecco». C'era un pizzico di sorpresa nella sua voce.
«In realtà non ci sono molte vie di quel genere da queste parti...»

Mentre mani a padella m’indica la strada verso una falesia nella quale secondo lui avremmo potuto provare a scalare, noto un secondo ragazzo appoggiato a una macchina.
Quando si toglie gli occhiali, mi sembra di riconoscerlo.
Guardo Laura; anche lei ha notato qualcosa. Quel tipo lo abbiamo già visto.
Sembrava «lui», ma «lui» ce lo ricordavamo più grosso. Non appena apre bocca, però, svanisce ogni dubbio.
E' Chris Sharma. 
Abbiamo appena chiesto dove trovare un 5c, tracciato, nella Yosemite Valley, a Chris fottutissimo Sharma.
Un po’ come chiedere a Kelly Slater come siano le onde di Chioggia o a Roger Federer come sia giocare sul centrale di Bardolino.
Dopo aver scattato una foto, ce ne andiamo con un pezzettino di coda fra le gambe. Loro si stavano preparando per passare la notte in falesia e noi in giro a caccia di robetta da bambini, secondo gli standard locali. Senza trovarla, per altro.
Non ci mettiamo molto a renderci conto che le vie qui sono di un livello di gran lunga superiore al nostro. Quelle tracciate sono poche e sicuramente troppo impegnative per noi.

Decidiamo quindi di anticipare la camminata del pomeriggio e mentre risaliamo a Glacier Point, percorrendo le cinque miglia di risalita verso il rifugio, non riesco a smettere di pensare al fatto che la falesia non la abbiamo nemmeno toccata.
Brucia, soprattutto dopo aver visto Sharma. Ma poi capisco che in fondo è giusto così. Pensare che spot come questi rimangano a uso esclusivo di chi alla montagna ha deciso di dedicare il giusto tempo e le necessarie attenzioni mi da sicurezza.
E' pura e semplice meritocrazia, ed è confortante sapere che da qualche parte è ancora in uso.

Penso anche che mi dispiace non aver passato più tempo con quei ragazzi, di non avergli raccontato qualcosa della nostra avventura. Forse perché in fondo mi sento di condividere qualcosa con questi super eroi che abbiamo sempre ammirato nei video. Non certo la fama o la gloria e nemmeno il talento. Ma il fatto che in qualche punto della loro storia anche loro abbiano dovuto decidere di seguire il loro intuito e fare scelte impegnative. E questo anche noi lo stiamo facendo anche noi.

Fuck Yeah

Chirs Sharma e Mani a padella con Angus e Slash


P.S
Dall'Italia ci informano che mani a padella in realtà è "solo" Tommy Caldwell e che il ragazzo sullo sfondo, con il quale mi dispiace ammettere di non aver nemmeno parlato è "solo" Kevin Jorgenson. A conferma della portata della figuraccia che abbiamo fatto.

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