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Perette di Mare


Martedì 15 Ottobre


Ho appena sognato che ero in debito con uno spacciatore. Era uno spacciatore educato che si faceva chiamare per nome e cognome. Niente diminutivi o soprannomi inquietanti.
In realtà io non ero direttamente in debito con lui. E' che mi riteneva responsabile a causa di una terza persona, a sua volta in debito con me.
Io avevo venduto non ricordo cosa a quest'ultimo; un personaggio che conoscevo perché mi procurava l'erba. Questo tizio a sua volta era in debito con lo spacciatore educato; nel sogno le motivazioni non erano chiare. L'Educato mi riteneva responsabile per dei favori che mi aveva fatto in passato. Una storia a tre insomma.
A un certo punto del sogno, tormentato dalla sensazione d’ingiustizia, chiedo di parlare di persona con l'Educato. Non lo chiamo direttamente ma spargo in giro la voce (non ho idea di come si faccia a spargere in giro la voce, ma fa molto american movie) e lui si presenta puntualmente nella mia casa di famiglia annunciandosi a mia Zia.
Quando scendo le scale, lo trovo ad aspettarmi in giardino. Si è portato appresso una decina di scagnozzi che allontana in malo modo appena usciamo dal cancello. Un atteggiamento che non gli ho mai visto usare e che mi spaventa. La stessa aggressività la usa nei miei confronti quando gli accenno al fatto che non mi ritengo in debito nei suoi confronti. Che sono intenzionato ad aiutarlo ma che non posso essere responsabile delle azioni di una terza persona. Che per altro è in debito anche con me. Ha scelto lui di vendergli la roba, non lo ho obbligato io. Cazzi suoi. E' un po’ come in certe aziende, penso nel sogno, quando il capo padrone è responsabile anche per gli errori dei suoi dipendenti.
Non appena accenno a questa teoria, lui diventa veramente aggressivo.
Mi interrompe e non mi lascia parlare. E' talmente convinto e determinato nell'elencarmi le mie responsabilità, che io non conoscevo, che finisco per crederci anch’io.
E per svegliarmi a notte fonda, a poche ore alla partenza.

Alle partenze, in verità. Che aggiunte alle alette di pollo fucking hot di ieri sera spiegano il perché io sia finito a sognare improbabili spacciatori. E a riflettere su cosa o chi possano rappresentare.
Ad ogni modo, la prima partenza è quella di mia madre che dopo quindici giorni ritorna in Italia. Fucking Thanks Mom. Love you!
La seconda è la nostra. Finalmente andiamo a prendere il furgone. Mi sembra Natale, giuro.
Destinazione la Sierra Nevada e i boulder di Bishop, passando per il Sequoia National Park. Shutdown permettendo.
Dall'oceano alla montagna. Dal surf al climb. Uno dei motivi per cui la California è sempre stata il nostro sogno.
A San Clemente torneremo di sicuro. Si respira un'aria buona qui.
E ci sono le Perette di mare, la versione local della plastica a bolle. Sia a terra sia in line-up le usi come scacciapensieri.

Stanotte luna e oceano sono in perfetta sincronia. Una sopra, splendente e luminosa. L'altro sotto, a farsi disegnare sulla superficie un’autostrada di luce lunga fino all'orizzonte.

E poi ci sono io, turbato dal sogno, infreddolito, a schiacciar Perette di mare.


Perette di mare a San Clemente, California

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